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O.N.L.U.S. - centro di studi e documentazione sull'eutanasia
EUTANASIA E' DECIDERE PER SE STESSI


CASO
DANIEL JAMES
era una promessa del rugby inglese. A 23 anni,ebbe un gravissimo incidente durante un allenamento: rottura della colonna vertebrale, paralisi della metà inferiore del corpo.Dopo l'incidente, Daniel aveva subito numerose operazioni e passato otto mesi nei migliori centri di riabilitazione,riuscendo solo a recuperare in parte l'uso delle dita.
A quel punto Daniel - sottoposto di continuo a complesse terapie, incontinente e senza speranza di recupero - ha deciso di non voler più vivere.
La mia vita, ha dichiarato, è diventata "una prigione", in cui io vivo "con paura e con vergogna".Dopo aver tentato più volte il suicidio (invano,date le sue condizioni),Daniel ha chiesto ai suoi genitori,Julie e Mark,di essere accompagnato in Svizzera, dove è morto il 12 settembre 2008,nella clinica Dignitas di Berna.
I funerali si sono svolti il 1° ottobre, e solo allora la notizia del suicidio assistito è divenuta di pubblico dominio.

Appresa la notizia del suicidio assistito,la polizia ha aperto un'inchiesta e si prepara a presentare le proprie conclusioni al Crown Prosecution Service,in base al Suicide Act del 1961,che ha depenalizzato il suicidio ma ha reso reato l'assistenza al suicidio,prevedendo pene fino a 14 anni ("ma la legge - secondo una analisi dell'editorialista del Telegraph, Ben Leach - non è chiara sulle esatte circostanze che possono giustificare l'incriminazione").
Il problema è rilevante, anche perché secondo Dignitas - il centro per il suicidio assistito che ha sede a Zurigo - almeno cento cittadini britannici hanno terminato la loro vita negli ospedali svizzeri,e nessuno degli accompagnatori risulta essere stato incriminato dalla magistratura.


19/10/2008-EUTANASIA A GIOVANE RUGBYSTA, PARALIZZATO DOPO UN INCIDENTE, DANIEL JAMES, ALLA DIGNITAS DI ZURIGO-
-La madre: "Era un suo diritto"-"Oltre a lasciarsi morire di fame, la Svizzera era la sua unica possibilità per liberarsi da una vita che considera prigione"


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Associazione Italiana per il diritto ad una morte dignitosa
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