Raccolta di aforismi, frasi e citazioni sull'eutanasia, termine
che deriva dal greco εὐθανασία, composta da εὔ- "bene" e θάνατος,
"morte", e che letteralmente significa "buona morte". Anticamente il termine "eutanasia" era usato, in senso filosofico, per designare l'accettazione della morte con spirito sereno, come componente naturale dell'esistenza. Oggi il termine è usato per indicare l'atto di porre deliberatamente termine alla vita di una persona al fine di farle evitare lunghi periodi di sofferenza o di agonia, causate da malattie incurabili. A seconda del metodo adottato per provocare, in modo indolore, la morte, si ha un'eutanasia passiva, che si ottiene con la sospensione dei trattamenti medici che mantengono artificialmente in vita il paziente, o un'eutanasia attiva, che viene provocata attraverso la somministrazione di appositi farmaci. "Non uccidere" non è mai stato un freno alle guerre di conquista dei Cristiani, dal Santo Sepolcro alle colonie antiche e moderne. Stupisce, dunque, che a una così apertamente liberale lettura del comandamento a proposito di pena di morte e guerra, il Catechismo ne affianchi una così rigidamente conservatrice a proposito di aborto ed eutanasia. PIERGIORGIO ODIFREDDI Dal libro: PERCHÉ NON POSSIAMO ESSERE CRISTIANI
Poiché la tua vita appartiene a te, solo a te spetta decidere quando e
come porvi fine. È un diritto personale inalienabile, che fonda ogni
altro diritto e senza il quale ogni altro diritto può essere revocato in
dubbio.
Paolo Flores d'Arcais, su L'espresso, 2006
Anche la morte può perdere il suo connotato di «punizione estrema» e diventare quasi un «premio», una consolazione, per chi si trova in una situazione insopportabile. Una via di fuga da un'esistenza non più accettabile. Piero Angela, Premi e punizioni, 2000 Se ufficialmente l'eutanasia oggi ha ancora pochi riconoscimenti, e non può essere praticata negli ospedali, al riparo dello scudo familiare probabilmente i casi non sono infrequenti. Piero Angela, Premi e punizioni, 2000
Io reputo che ufficio del medico sia di rendere la salute e di alleviare
le sofferenze e i dolori, non solo quando questo sollievo può condurre
alla guarigione, ma anche quando può servire a procurare una morte dolce
e calma. Al contrario i medici si fanno una specie di scrupolo e di
religione di tormentare ancora il malato allorquando la malattia è senza
speranza; a mio avviso invece, essi dovrebbero possedere tanta abilità
da addolcire colle loro mani le sofferenze e l’agonia della morte.
Francis Bacon, Sull'utilità e il progresso del sapere, 1605
Dal "birth-control" al "death-control", che si giustizino le persone o le si obblighino a sopravvivere - e la proibizione di morire è la forma caricaturale, ma logica, del progresso della tolleranza - l'essenziale è che la possibilità di decidere venga loro sottratta, che non siano mai libere della loro vita e della loro morte, ma che muoiano e vivano su vidimazione sociale. Jean Baudrillard, Lo scambio simbolico e la morte, 1976 Allo stesso modo che la morale ordina: 'Non ucciderai', oggigiorno essa ordina: 'Non morirai'. Jean Baudrillard, ibidem L’eutanasia e il suicidio assistito sono una sconfitta per tutti. La risposta a cui siamo chiamati è non abbandonare mai chi soffre, non arrendersi, ma prendersi cura e amare per ridare la speranza. Jorge Mario Bergoglio (papa Francesco), su Twitter, 2019
La maledizione del dover morire dovrà diventare una benedizione: che si possa ancora morire quando vivere è insopportabile.
Elias Canetti, La provincia dell'uomo, 1973
Oggi in Italia oltre un migliaio di malati terminali si suicida, poi c’è l’eutanasia clandestina, non è una condizione che può continuare, la politica preferisce non discuterne per interessi propri e giochi di potere, ma i cittadini sono pronti lo dicono tutti i sondaggi. Marco Cappato, su Il fatto Quotidiano, 2015 Fingere, nel discutere, di non vedere la differenza tra l’omicidio di una persona e l’eutanasia scelta da un malato terminale è un modo di non dare alcun valore proprio all'elemento della libertà. È come paragonare l’eutanasia alla pena di morte. [...] Sono due cose, ovviamente, molto diverse. Non riconoscere la differenza vuol dire non dare alcun valore alla volontà delle persone. Marco Cappato, intervista di Rosa Ciglio, su Libero Pensiero, 2017
Quando la guerra si faceva col cavallo, quasi sempre toccava al
cavaliere dare il colpo di grazia (questa parola è pregnante: di grazia,
grazioso è chi lo dà) alla cavalcatura ferita e rantolante. E anche
nella guerra senza cavallo l’eutanasia è una delle poche leggi umane,
non scritte, non dell’Aja, che sopravvivono: si finisce il compagno,
l’amico, il sottoposto che implora l’unica grazia, l’unico atto pietoso
di cui ha ancora bisogno.
Guido Ceronetti, La carta è stanca, 1976
Ci sono dolori che possono calmare soltanto dosi molto elevate, così
elevate da risultare mortali, di stupefacenti. Chi le pretende, per sé o
per qualcuno che ama, ha certo più ragione di chi gliele nega.
Guido Ceronetti, La carta è stanca, 1976
Per il medico ci sono infinite opportunità di abbreviare o troncare una
pena senza speranza, e c'è anche il trapanante dovere di non
trascurarle.
Guido Ceronetti, ibidem
Sono particolarmente temibili le grandi organizzazioni sanitarie, gli
ospedali dove, per latitanza della pietà e della legge, non è concesso
di morire. Bisogna lottare, lottare strenuamente, per morire in casa,
con medici e familiari che capiscano il nostro diritto di morire quando è
l'ora di morire.
Guido Ceronetti, La carta è stanca, 1976
Beate epoche e società in cui la naturale condanna a vivere non è accompagnata dalla costrizione sociale, anche, a vivere. Adesso, qui, non so se in tutto l’emisfero, ci martellano in testa il dovere di vivere, e prediche e pungoli molesti, e ricatti morali incessanti non fanno che ripetere questo fino a un trabocco di nausea, per chi conosca e patisca la vita, e la troppo lunga vita. Con questo imbestialito e glaciale imporre il vivere ad ogni costo si contribuisce fortemente all'agitarsi senza fine di un simulacro, di una larva di vita, che mai potrà farsi, per nessuno, vita. Chissà se, vista da un altro luogo, si domandava Euripide, non la si chiami morte questa nostra vita? Guido Ceronetti, Insetti senza frontiere, 2009
L’incubo non è nella morte, ma nel morire cui ci condannano.
Luca Coscioni, Il maratoneta, 2002
L’eutanasia è una dura realtà e come tale va regolamentata senza ipocrisie.
Luca Coscioni, Il maratoneta, 2002
Essere contrari all'eutanasia significa essere favorevoli alla "pena di vita".
Liomax D'Arrigo,
Eutanasia: un comportamento attivo od omissivo da parte di un soggetto finalizzato a una morte indolore di un altro soggetto, assecondandone la sua volontà espressa e consapevole, data contestualmente o anticipata, per liberarlo, in occasione di grave malattia irreversibile e senza speranza di vita, da insopportabili sofferenze o per aiutarlo a porre fine a una vita ritenuta non più dignitosa. Lorenzo D’Avack, in AA. VV., Testamento biologico, 2006 Chi muove da una concezione personalistica ritiene che la vita non sia semplice animazione della materia e che questa si identifichi con il rispetto dell’individuo, della ragione, della sua dignità e libertà. Pertanto, il problema dell’eutanasia non mette in gioco il valore della vita che prolifera ovunque, ma il valore dell’individuo, dell’uomo che in certe condizioni può non ritenersi più degno di sé e può quindi sentirsi in diritto di decidere di porre fine a un’esistenza in cui non si riconosce più, che vede tradursi in un processo biologico che, grazie all'assistenza tecnica, procede nella sua anonima irreversibilità. Lorenzo D’Avack, in AA. VV., Testamento biologico, 2006 Io sono favorevole all'eutanasia anche per quelli che stanno bene in salute. Luciano De Crescenzo, I pensieri di Bellavista, 2005 Io non ho paura della morte... al limite mi scoccia. Ho paura, invece, come tutti immagino, del dolore. Finché l'estremo saluto sarà come uno spegnersi della luce, mi sta ancora bene: che venga pure quando vuole. Il dolore no, quello, se possibile, lo vorrei evitare. E a quel punto mi andrebbe d'incanto l'eutanasia! A mio avviso, un paese davvero civile dovrebbe consentirla per legge. Luciano De Crescenzo, La distrazione, 2000 Voglio andarmene quando lo voglio "io". È di cattivo gusto prolungare artificialmente la vita. Ho fatto la mia parte; è tempo di andare. Voglio farlo con eleganza Albert Einstein, citato in lettera di Helen Dukas a A. Pais, 1955
La cultura moderna che nega la morte ha abbracciato anche il mondo della
medicina che molto spesso non riconosce i limiti dei trattamenti della
malattia, non ascolta, non ha attenzione al dolore.
Serena Foglia, Il posto delle fragole, 1999
Il medico nella sua formazione non riceve nessuna nozione per ciò che
riguarda il processo del morire e raggiunge la laurea avendo come sogno o
obbiettivo il successo terapeutico, inoltre ha un concetto di sacralità
della vita anche quando questa per il malato nella sua fase terminale è
solo dolore e sofferenza
Serena Foglia, Il posto delle fragole, 1999
L’eutanasia non è suicidio, perché nel suicidio la pulsione di morte ha il sopravvento sulla pulsione di vita, mentre nel caso dell’eutanasia non siamo in presenza di una devastante pulsione di morte, ma di una voglia di vivere che però al soggetto pare insostenibile per le condizioni in cui versa la sua vita, resa possibile solo dalle macchine che sostengono il suo organismo. Umberto Galimberti, Il segreto della domanda, 2008 La tecnica ha creato un tempo intermedio tra la vita e la morte, dove una vita organica si protrae o in assenza di una vita cognitiva o in conflitto con la capacità di sopportazione del paziente, che in questo caso chiede di essere aiutato a morire. Di eutanasia si può parlare solo in questo secondo caso in cui si asseconda la libera volontà espressa da un malato di porre fine alla sua esistenza quando si verificano alcune condizioni che la rendono insopportabile. Umberto Galimberti, Il segreto della domanda, 2008 Il problema dell’eutanasia non mette in gioco il valore della “vita” che prolifera ovunque, ma il valore dell’“individuo” che, in certe condizioni, può non ritenersi più degno di sé, e può quindi sentirsi in diritto di decidere di por fine a un’esistenza quando questa ha assunto i tratti di un puro processo biologico che, grazie all'assistenza tecnica, procede nella sua anonima irreversibilità. Umberto Galimberti, Il segreto della domanda, 2008 “E' più malvagio togliere la vita a chi vuole vivere, o negare la morte a chi vuole morire?” JO NESBØ Dal libro: L'uomo di neve “La Medicina dei giorni nostri è molto spesso ingiusta perché tende ad abbandonare coloro che hanno più bisogno di aiuto.” Silvio Garattini La scienza fa benissimo ad attenersi rigorosamente al suo sguardo, perché altrimenti salterebbero tutti i suoi metodi, ma malissimo faremmo noi ad abbassare il nostro sguardo sulla vita e sulla morte a livello dello sguardo scientifico. Perderemmo nell’ordine: la nozione di “persona” a favore di quella di “organismo”, la nozione di “individuo” a favore di quella di “genere”, la nozione di “vita” ridotta a semplice prolungamento del proprio “quantitativo biologico”. E dimenticheremmo che la vita è essenzialmente biografia, reperimento di un senso, spazio di libertà e di decisione. Misconoscere queste caratteristiche significa non riconoscere l’uomo e la sua differenza essenziale rispetto agli animali, le piante, le cose. Umberto Galimberti, Il segreto della domanda, 2008 Non lasciamo soffrire gli animali, quindi perché gli umani? Stephen Hawking [1] È dovere di un medico prolungare la vita e non è suo dovere prolungare il processo della morte. Thomas Jeeves Horder, Discorso alla Camera dei Lord, 1936
Il diritto di vivere, inteso come fonte di tutti i diritti, in determinate circostanze include anche il diritto di morire.
Hans Jonas, Il diritto di morire, 1985
Il diritto di morire non ha a che fare con il suicidio. L’essere in presenza di una malattia incurabile come causa di morte ci consente di distinguere tra il non contrastare la morte e il suicidarsi, tra il lasciarsi morire e il provocare la morte. Hans Jonas, Tecnica, medicina ed etica, 1985
Bisogna avere almeno una certezza: quella di rimanere padrone della
propria morte e di essere in grado di scegliere l'ora e i mezzi.
Milan Kundera, Il valzer degli addii, 1972
In confronto agli esseri umani, un cane non ha molti privilegi ma uno di questi consiste in ciò: nel suo caso l’eutanasia non è proibita dalla legge; l’animale ha diritto a una morte misericordiosa. Milan Kundera, L'insostenibile leggerezza dell'essere, 1984
Senza una vita dignitosa non è possibile una morte dignitosa.
Hans Küng, Della dignità del morire, 1995
La lotta contro il dolore è un'usura. Consentire alla sofferenza è un suicidio lento. Perché i grandi dolori, anche quando tacciono, mai restano muti. René Leriche, Chirurgia del dolore, 1937 Eutanasia significa semplicemente poter morire con dignità nel momento in cui la vita ne è priva. Marya Mannes [1] Il solo aspetto della propria condotta di cui ciascuno deve rendere conto alla società è quello riguardante gli altri: per l'aspetto che riguarda soltanto sé stessi, la sua indipendenza è, di diritto, assoluta. Su sé stesso, sulla sua mente e sul suo corpo l'individuo è sovrano. John Stuart Mill, Saggio sulla libertà, 1859 Essere tenuti in vita a forza è un orrore. È peggio della morte stessa. Mina, su Vanity Fair, 2014 Quando un invalido, per qualunque motivo lo sia, non ha più la forza di sopportare le sofferenze fisiche e morali che l'invalidità gli procura, e senza speranza di sollievo se non quello procurato dagli analgesici, ha il diritto di esigere dal medico il mezzo per abbreviare questa Via Crucis; e il medico ha il dovere di fornirglielo. Indro Montanelli, su Corriere della Sera, 2000
Una morte dignitosa è un diritto di libertà.
Indro Montanelli, su la Repubblica, 2000
Nessuno contesta il diritto di ognuno a disporre della sua vita, non
vedo perché gli si debba contestare il diritto a scegliere la propria
morte.
Indro Montanelli, su la Repubblica, 2000
Se noi abbiamo un diritto alla vita, abbiamo anche un diritto alla
morte. Sta a noi, deve essere riconosciuto a noi il diritto di scegliere
il quando e il come della nostra morte.
Indro Montanelli, Conferenza stampa dei Radicali, 2001
Se qualcuno non solo è incurabile, ma anche oppresso da continue
sofferenze, allora i sacerdoti e i magistrati, dato che non è più in
grado di rendersi utile e la sua esistenza, gravosa per gli altri, è per
lui solo una fonte di dolore (e quindi non fa che sopravvivere alla
propria morte), lo esortano affinché si decida a non prolungare oltre
quel male pestilenziale. Rendendosi conto che la vita gli procura solo
dolore, non si sottragga alla morte, ma si faccia coraggio e si liberi
da solo da quella vita piena di tormenti come da una prigione o da una
tortura, oppure lasci che qualcuno lo faccia per lui. In questo modo si
dimostrerà saggio, perché non perderà alcun bene ma si libererà di una
sofferenza.
Thomas More, Utopia, 1516
Prescindendo dalle istanze che la religione pone, si può ben chiedere:
perché dovrebbe essere più lodevole per un uomo invecchiato, che sente
il declino delle proprie forze, attendere la propria lenta consunzione e
il disfacimento, che non porre termine in piena coscienza alla propria
vita? In questo caso il suicidio è un’azione del tutto naturale e a
portata di mano, che, come vittoria della ragione, dovrebbe giustamente
suscitare rispetto: e lo ha anche suscitato, in quei tempi in cui i capi
della filosofia greca e i più forti patrioti romani solevano morire
dandosi la morte da sé. Al contrario la brama di continuare a
trascinarsi di giorno in giorno, fra angosciose consultazioni mediche e
in penosissime condizioni di vita, di giungere, senza forze, ancor più
vicino al termine della propria vita, è molto meno rispettabile. Le
religioni sono ricche di scappatoie contro l’istanza del suicidio. Con
esse si ingraziano coloro che sono innamorati della vita.
Friedrich Nietzsche, Al di là del bene e del male, 1886
In una determinata condizione è indecoroso continuare a vivere più a
lungo. Il continuare a vegetare in vile dipendenza dai medici e dalle
loro pratiche, dopo che è andato perduto il senso della vita, il diritto
alla vita, dovrebbe attirare su di sé, nella società, un profondo
disprezzo. I medici, dal canto loro, dovrebbero essere i mediatori di
questo disprezzo - non ricette, ma ogni giorno una nuova dose di nausea
di fronte ai loro pazienti.
Friedrich Nietzsche, Il crepuscolo degli idoli, 1888
Morire con fierezza, se non è più possibile vivere con fierezza. La
morte scelta di propria volontà, la morte attuata al momento giusto, in
chiarezza e serenità, in mezzo a figli e testimoni: cosicché sia ancora
possibile un reale congedo, quando colui che si accomiata è ancora
presente, come pure una reale valutazione di quel che si è raggiunto e
voluto, una somma della vita - tutto ciò in antitesi alla miseranda e
orribile commedia che il cristianesimo ha fatto dell'ora finale.
Friedrich Nietzsche, Il crepuscolo degli idoli, 1888
La medicina dovrebbe studiare piuttosto il modo di far cessare il
dolore, che la malattia; più di far meno patire, che di molto far
vivere. Pur di salvare un malato, lo si rende impotente e infelice.
Nessuno sa fare il dono d'un grammo di stricnina a un cieco, a un
paralitico, a un idiota. Bisogna pensare che la vita che i dottori ci
rendono non vale più della morte cui saremmo andati incontro. Ma il
chirurgo non si pone questo problema; nell' operazione egli vede più la
soddisfazione personale di trionfare sul male che il bene del malato.
Ancora non si è riusciti a concepire la morte come una
cloroformizzazione con effetti più durevoli ed efficaci.
Giuseppe Prezzolini, Il Centivio, 1906
Per far piacere all'arcivescovo − e al suo Dio, se egli ne è fedele
rappresentante − i malati terminali di tumore devono subire mesi di
agonia del tutto inutile, tranne nel caso in cui i loro dottori o
infermieri siano abbastanza umani da rischiare un’accusa di omicidio.
Trovo davvero difficile concepire un Dio che tragga piacere dal
contemplare questo genere di torture; e se ci fosse davvero un Dio
capace di tale volontaria crudeltà io lo considererei indegno di ogni
venerazione.
Bertrand Russell, Rassegna di spazzatura intellettuale, 1943
Rendere impossibile l'eutanasia significa violare il diritto più importante: quello di decidere della propria vita e porre fine al proprio dolore.
Roberto Saviano, su Facebook, 2017
Non solo per lavorare con dignità, ma anche per morire con dignità bisogna emigrare dall'Italia. Roberto Saviano, su Facebook, 2017 La vita non sempre va conservata: il bene, infatti, non consiste nel vivere, ma nel vivere bene.
Lucio Anneo Seneca, Lettere a Lucilio, ca. 62/65
Il saggio vivrà quanto deve, non quanto può. Osserverà dove gli toccherà
vivere, con chi, in che modo e che cosa dovrà fare. Egli bada sempre
alla qualità della vita, non alla lunghezza.
Lucio Anneo Seneca, ibidem
Non importa morire presto o tardi, ma morire bene o male; morire bene significa sfuggire al pericolo di vivere male.
Lucio Anneo Seneca, Lettere a Lucilio, ca. 62/65
Una vita più lunga non è necessariamente migliore, ma una morte attesa più a lungo è senz'altro peggiore.
Lucio Anneo Seneca, ibidem
Troverai anche uomini che hanno fatto professione di saggezza e
sostengono che non si debba fare violenza a sé stessi; per loro il
suicidio è un delitto: bisogna aspettare il termine fissato dalla
natura. Non si accorgono che in questo modo si precludono la via della
libertà? Averci dato un solo ingresso alla vita, ma diverse vie di
uscita è quanto di meglio abbia stabilito la legge divina. Dovrei
aspettare la crudeltà di una malattia o di un uomo, quando posso invece
sottrarmi ai tormenti e stroncare le avversità?
Lucio Anneo Seneca, Lettere a Lucilio, ca. 62/65
La peggiore delle tirannidi non è quella che uccide i suoi sudditi: è quella che arriva a impedire loro perfino di uccidersi.
Adriano Sofri, su la Repubblica, 2008
Ci sarà sempre una speranza a questo mondo fin quando ci sarà concesso di morire.
Giovanni Soriano, Maldetti, 2007
Si dovrebbe morire soltanto quando lo si desidera e continuare a vivere finché ne vale la pena.
Giovanni Soriano, Finché c'è vita non c'è speranza, 2010
Molto peggio della morte è giungerci soffrendo.
Giovanni Soriano, ibidem
In Paesi clericali come l’Italia, dove l’eutanasia non è soltanto
vietata, ma considerata con orrore dall'ipocrisia cattolica imperante,
in casi estremi – come potrebbe essere la possibilità di rimanere
paralizzati per anni in un letto di sofferenza – non resta che mandare
tutti affanculo, a cominciare da preti e moralisti, e gettarsi da una
finestra. Monicelli insegna.
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013
Se l’eutanasia è incompatibile con i principi del buon esercizio della pratica medica, infliggere una terapia per il mantenimento in vita con il solo risultato di aumentare la sofferenza del paziente è altrettanto deplorevole. Maurizio de Tilla, in AA. VV., Testamento biologico, 2006 Se l’argomento più convincente a favore dell’eutanasia è alleviare la persona da inutili sofferenze, gli oppositori dell’eutanasia sbagliano nella difesa a oltranza del mantenimento in vita di un paziente, anche a costo di infliggergli terribili sofferenze. Maurizio de Tilla, in AA. VV., Testamento biologico, 2006
In una visione laica della vita, la decisione di concludere l’esistenza
con un atto che abbia luogo in modo umanitario ma razionale, è una
soluzione comprensibile quando il dolore fisico e morale non permettono
più di onorare la vita pienamente.
Umberto Veronesi, in Serena Foglia, Il posto delle fragole (prefazione), 1999
Scegliere l'eutanasia non è un gesto facile: è e va intesa come un atto
estremo che va considerato con discrezione, va deciso nel segreto delle
proprie coscienze, senza clamore e senza prescindere dalle proprie
concezioni etiche e morali.
Umberto Veronesi, in Serena Foglia, Il posto delle fragole (prefazione), 1999
“Io ho il diritto di scegliere la mia morte per il bene degli altri.”
tratto dall'articolo “Perché ho il diritto di scegliere la mia morte”, apparso su Repubblica nel 2009 UMBERTO ECO
Ogni uomo è libero di scegliere il proprio destino e anche di decidere
di porre fine alla propria vita, se le sofferenze diventano
intollerabili al punto di ridurre sotto la soglia di accettabilità il
livello della dignità umana.
Umberto Veronesi, Da bambino avevo un sogno, 2002
Per non arrivare all'eutanasia, passiva o attiva che sia, c'è un
fondamentale obiettivo da raggiungere: prevenire il desiderio di morte
facendo il possibile perché il malato, in particolare il malato
terminale, non arrivi a un tale stato di sofferenza. Se è curato bene,
difficilmente il paziente chiede di morire. Se è curato con affetto, con
amore, senza dolore, non chiederà la buona morte.
Umberto Veronesi, Da bambino avevo un sogno, 2002
È diritto dell'uomo chiedere la morte, se è stato colpito da una malattia inguaribile e irreversibile? La risposta non può essere che affermativa, perché la vita è un diritto, e non un dovere. Umberto Veronesi, Il diritto di non soffrire, 2011 L'eutanasia non è la somministrazione della morte, ma è una delle cure di fine vita. Umberto Veronesi, ibidem Come il suicidio non è perseguibile penalmente se la persona che l'ha tentato resta in vita, così l'eutanasia deve essere depenalizzata. Perché l'eutanasia, pur essendo giuridicamente un omicidio, ha un significato esattamente opposto. Umberto Veronesi, Il diritto di non soffrire, 2011 L'eutanasia è un pietoso atto d'amore, l'accanimento terapeutico un atto d'odio. Umberto Veronesi, ibidem È ora di porre fine agli schieramenti. Non si tratta di essere «pro vita» oppure, al contrario, di sostenere l'eutanasia. Si tratta, semmai, di considerare lecita l'anticipazione della morte, se questa è la libera decisione di un essere umano gravemente sofferente. Umberto Veronesi, Il diritto di non soffrire, 2011 Il dolore inutile è indecente e antiumano. Umberto Veronesi, ibidem Vista dalla parte di chi esaudisce la richiesta, l'eutanasia ha lo scopo non di dare la morte, ma di togliere la sofferenza e il dolore. Umberto Veronesi, Il diritto di non soffrire, 2011 La maggior parte delle persone non ha paura della morte, perché è inevitabile e perché è il naturale termine del nostro ciclo biologico, ma ha paura della sofferenza e del dolore che spesso precede il termine dell'esistenza. Umberto Veronesi, Il diritto di non soffrire, 2011
In passato c'era la paura di morire anzitempo. Oggi c'è quella di
sopravvivere oltre il limite naturale della vita, in una condizione
artificiale, priva di coscienza e di vita di relazione.
Umberto Veronesi, su Corriere della sera, 2008 Eutanasia è decidere per sé stessi. Anonimo Note |